Il cheratocono, ormai comunemente abbreviato in KC, è una patologia degenerativa della cornea che comporta una progressiva deformazione della cornea stessa.
La malattia può coinvolgere sia un unico occhio che entrambi e viene diagnosticata mediamente ad una persona su duemila. Generalmente si riscontra tra i 14 e i 20 anni e allo stato attuale non è certo se sia legata a fattori genetici, ambientali o disfunzioni ormonali.
Il cheratocono consiste in un’anormalità delle fibre di collagene dello stroma corneale che porta ad una deformazione progressiva della cornea stessa la quale a causa della ectasia si allunga e si assottiglia verso l’esterno a causa della flessibilità cui è sottoposta.
La conseguenza diviene la formazione di un apice conico dovuto alla curvatura corneale irregolare.
I casi più gravi di cheratocono possono portare ad opacità, micro-cicatrici, distorsione delle immagini e senso di abbagliamento dovuti al passaggio ridotto della luce ad un’alterata disposizione delle proteine corneali.
Nonostante rarissimi casi congeniti, il cheratocono si manifesta durante la pubertà o l’adolescenza con un arresto spontaneo intorno ai 45 anni.
Indagini non invasive, come la topografia corneale, possono portare a riconoscere in tempo la patologia e ad intervenire prontamente con il cross-linking corneale. La diagnosi precoce è fondamentale in quanto il cheratocono rappresenta la prima causa di trapianto corneale in tutti gli individui in età inferiore ai 40 anni.
Sintomi
Il paziente affetto da cheratocono presenta una diminuzione dell’acuità visiva e della qualità visiva in generale, in particolare nella visione da lontano o in casi di scarsa luminosità.
Sintomo principale è infatti la presenza di aloni e sbavature intorno a fonti luminose.
Nei casi di elevato sviluppo del cheratocono l’occhio presenta un’eccessiva sporgenza conica.
Altri sintomi possono essere: affaticamento visivo, bruciore, lacrimazione alterata, mal di testa, e senso di abbagliamento.
Il primo indizio dell’eventuale sviluppo del cheratocono può essere la miopia associata ad un astigmatismo progressivo e irregolare. Le tecniche diagnostiche sono svariate ma la più efficiente resta la topografia corneale.
Il cheratocono è classificato come malattia rara e quindi è esentabile dal ticket sanitario per prestazioni mediche ed esami.
Cura
Allo stato attuale non esiste una cura farmacologica per il cheratocono, le uniche terapie possibili sono la correzione ottica e la chirurgia.
Il cross-linking corneale
Il cross-linking corneale è una tecnica inventata in Germania nel 1997 che consiste nell’instillare gocce di vitamina B2 sulla cornea dopo la rimozione dell’epitelio e successivamente esporla alla luce ultravioletta. La tecnica porta ad un rafforzamento del collagene e del tessuto corneale.
Gli studi hanno dimostrato che il cross-linking riesce a bloccare l’evoluzione della malattia e riduce la curvatura della cornea. Innovazioni successive hanno portato ad una maggior precisione nel trattamento del cheratocono.
Cheratoplastica
Le forme più gravi che conducono a uno sfiancamento e assottigliamento eccessivo della cornea con rischio di perforazione spontanea, necessitano invece di un intervento chirurgico radicale come il trapianto di cornea. Il tessuto corneale malato viene sostituito con tessuto sano proveniente da donatore.
Cheratoplastica lamellare
La cheratoplastica corneale invece consente di sostituire solo gli strati più esterni della cornea.
Centro Vista Sud è esperta nel trattamento e nella correzione dei difetti visivi dei pazienti a cui è già stato diagnosticato il cheratocono.
La componente psicologica nei pazienti che soffrono di questa patologia ha, soprattutto all’inizio, un peso non indifferente e proprio per questo ancora prima di vestire i panni dei contattologi è fondamentale comprendere il soggetto che si ha davanti per instaurare un rapporto fiduciario.
Il cheratocono è una patologia altamente invalidante che riduce la qualità della vita, il paziente deve dunque affidarsi al contattologo e all’oculista che siano supportati da strumenti di ultima generazione, per poter monitorare al meglio eventuali evoluzioni.